Foto di minori sui social: un pericolo sottovalutato nell’era dell’intelligenza artificiale ⚠️📸

Nel mondo iperconnesso di oggi, condividere momenti di vita quotidiana online sembra naturale: una foto del compleanno, del primo giorno di scuola, o di un pomeriggio al parco. Tuttavia, quando parliamo di minori, questa abitudine può trasformarsi in un rischio concreto e preoccupante — non solo per la loro privacy, ma anche per la loro sicurezza digitale e psicologica. 👶💻

Sharenting: quando la privacy dei figli diventa pubblica

Il fenomeno dello sharenting (dall’unione di “sharing” e “parenting”) indica la condivisione massiva di contenuti riguardanti i figli da parte dei genitori sui social network.
Spesso è fatto con buone intenzioni, ma le conseguenze possono essere gravi:

  • Violazione della privacy del minore, che non ha mai dato il consenso alla pubblicazione.

  • Esposizione a furti di identità digitale, con l’utilizzo delle immagini per creare falsi profili o truffe (“digital kidnapping”).

  • Rischio di sfruttamento sessuale dei contenuti, che possono essere intercettati, manipolati o diffusi in circuiti pedopornografici.​

Il pericolo è reale: l’Intelligenza Artificiale facilita gli abusi 🚨🤖

L’uso distorto dell’intelligenza artificiale ha aperto nuovi scenari inquietanti. Oggi esistono applicazioni in grado di “denudare” digitalmente bambini e adolescenti, creando immagini false ma estremamente realistiche. Bastano fotografie pubblicate ingenuamente sui social, magari durante un momento di gioco o un bagno al mare.​

Queste tecniche di deepfake e deepnude vengono spesso impiegate da reti criminali per generare materiale pedopornografico sintetico. Secondo i più recenti rapporti delle autorità italiane, nel 2025 si è registrato un aumento dei casi di manipolazione di immagini di minori del 35% rispetto all’anno precedente.​

Le conseguenze non si limitano all’abuso di immagine: i minori rischiano traumi psicologici, perdita di fiducia, e un senso di vulnerabilità digitale che può accompagnarli per tutta la vita.

Dietro ogni “like” c’è un dato personale 🛑

Ogni volta che viene pubblicata una foto o un video di un minore, anche un innocente ritratto familiare, vengono esposti metadati e informazioni utili a malintenzionati:

  • posizione GPS,

  • volti riconoscibili dalle IA di facial recognition,

  • dettagli su scuola, abitudini, amicizie.

Tutto questo materiale può essere raccolto, analizzato e riutilizzato da persone o sistemi automatizzati. E una volta online, è quasi impossibile rimuoverlo definitivamente.

Consigli tecnici per la protezione digitale dei minori 🔐

Da esperto di cybersecurity, ecco alcune raccomandazioni pratiche:

  • Evita di pubblicare volti riconoscibili o foto in contesti privati.

  • Disabilita la geolocalizzazione delle foto.

  • Non condividere contenuti che rivelano informazioni sensibili (scuola, luoghi di frequenza, orari).

  • Usa servizi di archiviazione privata (cloud criptato o NAS self-hosted) per condividere momenti di famiglia solo con chi desideri.

  • Educa i minori alla consapevolezza digitale: la prevenzione parte anche da loro.

Una riflessione necessaria 💭

Non c’è nessuna utilità reale nel condividere foto di bambini sui social: non aggiunge valore, ma espone inutilmente la loro identità in un ambiente imprevedibile e potenzialmente pericoloso.
Ogni immagine è un frammento di vita che, una volta pubblicata, non appartiene più davvero a chi l’ha condivisa, ma alla rete nel suo insieme.

Essere genitori e adulti digitalmente consapevoli oggi significa proteggere la privacy e la dignità dei più piccoli, anche da quella che può sembrare la condivisione più innocente.

La sicurezza dei minori online è responsabilità di tutti 👶🛡️

Parlarne, riflettere e cambiare le proprie abitudini digitali è il primo passo verso un web più sicuro. Internet non dimentica, ma noi possiamo scegliere di non alimentare il rischio.